Nero d’Avola: la doc Sicilia per garantire maggiore tutela

Nero d’Avola e Grillo La Doc Sicilia propone una svolta.

Nero d’Avola è il vitigno siciliano che ha avuto, negli ultimi anni un grandissimo successo.

E i vini prodotti con la dicitura in etichetta Nero d’Avola sono sul podio dei vini italiani più venduti.

Parliamo di numeri grandi.

Diciamoci la verità, ci sono stati momenti in cui per risolvere frettolosamente una vendita bastava dire è un “Nero d’Avola” e il consumatore immediatamente convinto all’acquisto. Dietro a tanto successo spesso si nascondono trame commerciali astute che da un lato hanno sicuramente contribuito a diffondere il nome di un vino e dall’altro spesso snaturano le peculiarità di un vitigno.

Determinandone l’ascesa e il crollo automaticamente.

Ci ha riflettuto sicuramente a lungo l’assemblea dei soci della Doc Sicilia prima di deliberare l’avvio della procedura per modificare il proprio disciplinare. L’inizio di un percorso burocratico che se recepito fino in fondo,  porterà necessariamente ad una maggiore tutela.

Nei fatti con la vendemmia 2017 chi vorrà produrre Nero d’Avola lo potrà fare solo come Doc Sicilia o delle altre Doc presenti.  I produttori coinvolti potranno senza dubbio imbottigliare Nero d’Avola nella IGT Terre Siciliane, ma non potrà indicare in etichetta la dicitura Nero d’Avola.

Lo stesso iter è stato intrapreso anche per il Grillo che rappresenta un numero significativo di bottiglie prodotte attualmente sotto l’Igt Terre Siciliane.

“Una svolta importante per il vino siciliano” come riferisce Cronache di Gusto in quest’articolo

Oggi ci rifletterò anch’io, provando l’ultima annata di un vino da uve Nero

d’Avola coltivate in quel di Chiaramonte Gulfi da Vito Catania e Salvo Foti.

Per chi volesse saperne di più questo il link aziendale dove approfondire notizie sul vino e sul vitigno Nero d’Avola.

Buona domenica 🙂

Vigneto di nero d'Avola in quel di Chiaramonte Gulfi
foto tratta dal sito: www.gulfi.it  Questa immagine si riferisce al vigneto di Nero d’Avola

Degustazione di vino in… capsule

Vino in capsule

(nel vero senso della parola)

Vino in capsule è la novità. La notizia l’ho letta domenica scorsa su il Sole 24 ore, ma solo oggi ho trovato il tempo di approfondire l’argomento.

Breve premessa: l’evoluzione tecnologica, anche in campo alimentare mi affascina, seppur da amante del caffè non sono sono mai arrivata a comprare una macchina Nespresso. Forse perché vengo da una formazione “classica”.

Infatti in un passato, non molto lontano, a casa mia il caffè si faceva con una Pavoni a braccio, sempre accesa per giunta. E il caffè macinato al momento, manco a dirlo.

Qualche anno prima, mio padre, nei giorni di festa, a fine pranzo posizionava fornelletto e moka a tavola.

Preparava il caffè versandolo nelle tazzine di porcellana, pre-riscaldate-ovvio. Ed era il giusto “fine pranzo”. Ma questa è un’altra storia.

Ritornando ad oggi moltissime persone amano il caffè in cialda, Nespresso e/o compatibili.

Sull’onda di questo successo, l’idea francese delle “capsule per il vino”, o “vino in capsule”.

Si tratta di un’ apparecchiatura per il “servizio del vino a giusta ossigenazione e temperatura.

il vino in capsule di 10VINE
Foto dal Sito di Constance Guisset

Ne eravate a conoscenza?

Piacerà a chi si pone domande come: “qual’è la temperatura giusta di servizio del vino” oppure “quanto tempo di “aerazione” ha bisogno questo vino“?

Ho approfondito per capire come funziona.

Constance Guisset è l’ideatrice di D-Vine, che lei stessa definisce “un nuovo modo di degustare il vino”.

Attraverso un contenitore-capsula, questo dispositivo è in grado di ossigenare e portare il vino alla corretta temperatura di servizio, in un solo minuto.

Nelle capsule l’azienda 10-Vins, ha selezionato, con l’aiuto di esperti diverse tipologie di vino.

Sono in vendita su questo catalogo: www.10-vins.com.

Come funziona?

Il meccanismo è semplice: inserendo uno dei contenitori proposti da 10-vins, la “macchina” riconosce il vino, e lo versa nel bicchiere alla temperatura di servizio adeguata.  Per di più perfettamente “areato”.

Le migliori condizioni per la degustazione del vino.

La grande pecca di questo sistema?

I flaconi di vino in capsula sono da 10cl.

Siete convinti?

 

Ciclo e riciclo di barriques usate

Barriques usate da smaltire? Ecco una buona idea per il loro riutilizzo

“Che fine fanno le barriques usate?”

Certamente non siamo i primi ad averci riflettuto, ma essendoci posti questo interrogativo e avendo a disposizione alcune barriques usate ecco il tentativo di farne un riuso creativo, utile e di aspetto gradevole.

Questa volta a riciclare le barriques usate ci ha pensato Patrizia Marziale, e la realizzazione del tavolino è una creazione di Marcello Della Sala, che dando “un colpo al cerchio e uno alla botte”  ha creato un oggetto bello, snello, elegante.

Io l’ho apprezzato molto e non solo per l’idea del riciclo, ma anche per la felice realizzazione. Secondo me può essere un oggetto di arredamento valido sia per i locali che sempre più numerosi fanno mescita di vini, sia per le cantine, “adattissimo” alle sale di degustazione. Infatti l’invito è rivolto soprattutto ai produttori di vino per un riciclo creativo delle loro barriques usate.

locandina presentazione tavolini-barrique
La bottega di Marcello Della Sala per contatti tel. 3470867304

La presentazione del tavolino barrique è per il giorno venerdì 9 ottobre 2015 ore 19-21 presso la Bottega di Marcello Della Sala in via dei Canapari, 3 in pieno centro storico di Salerno. ( tel. 3470867304)

p.s. per realizzare il tavolino almeno una barrique  è stata svuotata per cui, se ve lo state chiedendo, è inteso che qualche bottiglia di vino rosso accompagnerà la serata.

Vendemmia 2015 secondo Assoenologi

Vendemmia 2015 ottime le previsioni di Assoenologi

Di rencente pubblicati gli Studi di settore – Assoenologi
che riportano i dati della vendemmia 2015, appena iniziata nel nostro paese.

Le stime sono molto positive sia per la quantità di uve prodotte sia per la qualità.

Benissimo per i consumi  delle nostre produzioni vitivinicole, per quanto riguarda il dato riferito all’export, tutti i dati pubblicati sono molto confortanti.

Mentre il consumo interno soffre.

Le stime parlano di appena 36 litri pro-capite.

Sicuramente un dato su cui soffermarsi a riflettere.

La colpa è sempre della crisi? Eppure a fronte di un calo dei consumi aumenta la qualità e il prezzo medio delle bottiglie di vino stappate.

Oppure è semplicente una sbagliata informazione a indurre disinteresse nel potenziale consumatore? Anche se oggi attraverso mille modi e canali si parla di vino in maniera consapevole.

Vedremo come si svilupperà in termini concreti di vendita tutto ciò.

Questo settore rappresenta, secondo me, una presumibile opportunità per gli operatori dato il terreno fertile su cui lavorare.

 

Intanto chi produce vino “è costretto” a guardare fuori dai nostri confini, dove i vini italiani continuano ad avere una costante richiesta e i numeri parlano di incremento nei consumi. Continua a leggere Vendemmia 2015 secondo Assoenologi

Vino in vetrina: la viticoltura al Sud ha origini lontane

Vino in vetrina al Museo Nazionale di Napoli

Avete in programma una gita a Napoli per il giorno di San Gennaro?
Non perdetevi la mostra: “Vino in Vetrina“.

L’Esposizione, sarà dedicata interamente all’uva e al vino a dimostrazione che al Sud Italia la produzione di vino ha origini antichissime.

Infatti le collezioni del Museo Archeologico di Napoli, tramite i materiali sigillati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., testimoniano la grande rilevanza della viticoltura a Pompei, dove l’uva veniva consumata fresca o secca, ma per la maggior parte era destinata alla vinificazione.

Una documentazione preziosa indicata dal ritrovamento, nelle numerose ville rustiche del suburbio pompeiano, delle attrezzature per la spremitura e la fermentazione del mosto.
Oltre al consumo locale, Il vino, già allora era venduto all’estero, come risulta dalle tante anfore locali rinvenute in mercati lontani.
coppa romana al museo nazionale di Napoli
immagine scattata al museo nazionale di Napoli dove si terrà la mostra “Vino in Vetrina”
Appuntamento a Napoli per il 19 settembre

Tutte le informazioni sul sito dei Beni Culturali

Vini Buoni d’Italia pubblica le corone 2016

Vini Buoni d’Italia “incorona” i vini del Sud Italia

Che soddisfazione per un’azienda di vini avere un riconoscimento da una guida per un proprio prodotto!

E’ già tempo di giudizi sui campioni inviati alla guida Vini buoni d’Italia.

Per chi volesse conoscere i vini premiati ecco l’elenco appena pubblicato sul sito della guida.

Molti vini del Sud Italia premiati, con le corone di Vini Buoni, ma leggo soprattutto con piacere di questi:

 

  • Cantine Olivella Catalanesca del Monte Somma Igt Bianco Katà 2014
  • Marisa Cuomo Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco Fiorduva 2013
  • Montevetrano Campania Igt Aglianico Core 2013
  • Sammarco Ettore Costa d’Amalfi Doc Bianco Terre Saracene 2014
  • Girolamo Russo  Etna Doc Rosso San Lorenzo 2013
  • Gianfranco Fino Viticoltore Primitivo di Manduria Doc ES 2013
  • Ceraudo Roberto Val di Neto Igt Bianco Grisara 2014
  • Benito Ferrara Greco di Tufo Docg Vigna Cicogna 2014
  • Hauner Malvasia delle Lipari Doc Passito Selezione Carlo Hauner 2012
  • Villa Raiano Fiano di Avellino Docg Ventidue 2013

Ma sarei molto curiosa di conoscere la vostra lista di vini premiati, in fondo, spetta al pubblico, con le sue preferenze di redigere la vera classifica. O no?

Contadini volanti in Costiera Amalfitana

“Contadini Volanti” un Racconto di Flavia Amabile

contadini volanti copertina

Chi sono i Contadini Volanti?

Uomini coraggiosi che coltivano limoni sulle bellissime terrazze della Costiera Amalfitana.

Uomini che Flavia definisce “contadini volanti”.

(Forse in riferimento al film “La foresta dei pugnali volanti” diretto da Zhang Yimou)?

Vi assicuro quella raccontata da Flavia Amabile è una storia altrettanto affascinante.
Si narra di una terra, la costiera Amalfitana, anche attraverso le immagini  scattate in un anno intero, a testimoniare il lavoro di quei pochi ormai che continuano a coltivare lo sfusato amalfitano.

Immagini reali di braccia tanto robuste da poter trasportare, come racconta Flavia Amabile: “casse piene di limoni su e giù per migliaia di gradini durante la raccolta oppure pali di castagno pesanti anche un quintale quando è il momento di rifare il pergolato. E gambe agili per salire in piedi sulla struttura di legno che regge le piante e camminare da un albero all’altro per piegare i rami o stendere le reti”.  

Per chi volesse partecipare,  il progetto è appena stato presentato a Roma mercoledì 18 novembre scorso, alla Libreria del Viaggiatore;  il prossimo appuntamento è per il 12 dicembre ad Amalfi agli Antichi Arsenali, alle ore 17:30.

 

#IoStoConIContadiniVolanti

 

 

Vini irpini all’expo di Milano

I grandi vini Irpini di scena all’expo di Milano 

Vini irpini protagonisti oggi, venerdì 24 luglio, a Milano in Piazza Irpinia.  Tredici produttori accoglieranno i visitatori in rappresentanza dei grandi vini irpini. In abbinamento agli stuzzichini di Iole Iannaccone, chef dell’Ajò di Avellino.

E sabato 25 luglio, giornata dedicata al vino Greco di Tufo…

 

Lieviti indigeni per la Doc Matera

Le tecniche per migliorare alcune fasi della vinificazione e fornire alle aziende le migliori indicazioni per il processo produttivo sono l’argomento centrale del convegno “Lieviti indigeni per la Doc Matera, Pif-Vini di Lucania: progetto Lieluc”, svoltosi a Matera venerdì 26 giugno presso la tenuta “Le Monacelle”.

Leggi la notizia nell’articolo: Lieviti indigeni per la Doc Matera, Pif-Vini di Lucania: progetto Lieluc