I Vini dell’Etna sono raggruppati sotto il disciplinare Etna Doc, prima denominazione di origine per i vini siciliani.
I vini dell’Etna, che rientrano nella Doc Etna, hanno di recente visto modificato il proprio disciplinare, da cui risulta molto chiaramente la suddivisione della zona a cui appartengono 20 comuni.
L’area è suddivisa in contrade. Si tratta di vigneti specializzati, caratterizzati da confini delimitati da muretti e sciare di lava, il cui nome in molti casi corrisponde al vino prodotto.
Il vitigno più coltivato è il Nerello Mascalese.
E pensare che l’Etna Doc solo vent’anni fa contava come denominazione appena dieci aziende iscritte, oggi il numero è cresciuto talmente che si contano circa ottanta aziende.
Me ne sono resa conto sfogliando la carta dei vini del ristorante San Giorgio e il Drago a Randazzo. Qui troverete la maggior parte dei vini dell’Etna. Lasciatevi consigliare perchè la qualità dei vini proposti è davvero di alto livello.
I vini dell’Etna hanno una marcia in più, anzi due: una è sicuramente la peculiarità del suolo, nero, ricoperto di lapilli e sabbia vulcanica e l’altra?
Le caratteristiche viti ad alberello.
Le noterete subito durante una gita da queste parti, spesso spuntano disordinate, racchiuse in un giardino, delimitato dalla precisa geometria disegnata dai muretti a secco.
Un comprensorio unico, sovrastato dalla presenza imponente del vulcano, che “dirige” dall’alto dei suoi tremila metri, il passaggio veloce delle nubi.
Il clima infatti varia di continuo. Nello spazio di poche ore si passa dal sereno al coperto e viceversa. Tra queste repentine variazioni e la frequente attività vulcanica direi che il paesaggio è molto vivace.
I Vini di Contrada di Girolamo Russo
Per respirare la vivacità di questi luoghi sono andata a trovare Giuseppe Russo, che da dieci anni, cura l’azienda di famiglia, Girolamo Russo a Passopisciaro, lungo la statale 120.
La possibilità di addentrarsi nelle realtà con la guida di chi le conosce perfettamente, rappresenta sempre una grande fortuna e opportunità di conoscenza.
Chiacchierando di “terroir”, luoghi da visitare e vini da provare , Giuseppe mi ha mostrato sia la cantina che i vigneti, facendomi scoprire i vini dell’Etna.
In primis la contrada Feudo di mezzo, che sorge in una posizione davvero privilegiata. Circa un ettaro di vigna ad alberello quasi interamente di Nerello Mascalese, e in piccola parte di Nerello Cappuccio, risalente ai primi del ‘900. La resa è bassissima.
Da questa vigna si produce un vino, il Feudo di mezzo, solo millecinquecento bottiglie.
Subito dopo ci inoltriamo alla scoperta del vigneto in Contrada Feudo, dove la proprietà è maggiormente estesa: oltre alla vigna, si coltivano alberi da frutto, ulivi e noccioli (lo sapevate? Sono diffusi soprattutto nell’Avellinese, in provincia di Salerno e.. sull’Etna).
Siamo nella zona nord rispetto all’Etna, ad un’altitudine media di 650 metri, per
circa 6 ettari di vigna tra filari più nuovi coltivati a spalliera e le piante più vecchie ad alberello.
Il vino che si produce qui è il Feudo, circa 3.000 bottiglie.
Vi annuncio in anteprima, che presto ci sarà una novità in azienda, infatti nel vigneto in Contrada Feudo è in fase di ultimazione il restauro di una struttura dove si potranno fare degustazioni e accoglienza dei visitatori.
La casa è dotata di una terrazza che gode di un panorama a 360° su buona parte dell’estensione dell’Etna Doc, ovvero dalle pendici del vulcano fino al fiume Alcantara.
Immagino già di ritornare per ammirare i colori al tramonto, magari sorseggiando un vino di Giuseppe Russo come ad esempio ‘A Rina con il suo approccio fragrante e piacevole.
Ritorniamo in strada direzione Randazzo, nel vigneto di contrada San Lorenzo, saliamo ancora di altitudine, l’aria è più fresca e accanto alle vigne ci sono i castagni già carichi di frutti. (Probabilmente matureranno prima dell’uva).
In questo vigneto da un lato sono state conservate le terrazze con le viti vecchie ad alberello, dall’altro piantate le viti a spalliera, e dove spiega Giuseppe “ancora oggi si pratica l’innesto in campo e la sostituzione delle piante mancanti per propaggine”.
Circa 8 ettari di vigneto, circondato da tante varietà di alberi da frutto, da cui nasce il San Lorenzo, bella interpretazione di vino dell’Etna e “perfetta esecuzione” del produttore, Giuseppe Russo, che da bravo pianista, bisogna dirlo, è diventato anche un bravo e apprezzato viticultore.
p.s. un consiglio per chi vuole visitare l’Etna e dintorni: prendete il trenino della Circumetnea. Cosa c’è di più divertente che viaggiare a meno di 30 km orari passando tra i filari dell’Etna Doc?
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